La Pasqua è una festività molto sentita nel sud Italia e anche sull’isola d’Ischia ci sono, nella settimana che la precede, diversi momenti importanti di riunione e rievocazione della passione di Cristo. Sono riti antichi, propri della liturgia cattolica, che in diversi casi si mescolano con le tradizioni pagane più radicate, insaporite dai freschissimi prodotti della primavera mediterranea.

Per diversi decenni sull’isola d’Ischia si è mantenuta la tradizione della rappresentazione sotto forma di processione della Passione di Cristo nel giorno del Venerdì Santo, che da qualche anno invece si è trasformata nell’originale Actus Tragicus. Il dramma sacro diventa itinerante, messa in scena nelle strade di Forio grazie al supporto e alla buona volontà di diversi giovani locali.

Il dramma parte dalla contrada di Monterone, snodandosi verso Piazza Colombo, dove ha inizio la vera e propria rappresentazione che termina nel suggestivo piazzale della Chiesa del Soccorso, con la crocifissione di Gesù e dei ladroni. Altre rappresentazioni pasquali molto importanti si tengono nella giornata di Pasqua e il lunedì dell’Angelo e sono: la Corsa dell’Angelo e la ‘ndrezzata di Buonopane.

La corsa dell’Angelo viene messa in scena a Forio la mattina di Pasqua, rappresentando l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna. È una tradizione fortemente radicata nel popolo foriano che vede coinvolte da secoli famiglie di contadini e pescatori locali. Il diritto di portare a spalla le statue custodite dall’arciconfraternita di Forio è tramandato di padre in figlio tra i rappresentanti di 4 famiglie foriane che dopo aver intonato a turno il Regina Coeli si contendono il pennacchio di penne di struzzo bianco che viene portato in processione.

Poi è la volta del momento più emozionante: la Madonna viene svelata e la statua corre incontro al figlio che credeva di aver perduto per sempre.

Infine, chiude i festeggiamenti la ‘ndrezzata di Buonopane, nella giornata di Pasquetta. Ha poco a che vedere con la tradizione liturgica, ma è da anni un appuntamento immancabile per gli abitanti di Barano e per tutta l’isola.

E’ la messa in scena danzata di una battaglia tra abitanti di Barano e Buonopane e che affonda le sue radici in un racconto del 1500.

Anche in questo caso il diritto di prendere parte a questa rappresentazione si tramanda di padre in figlio e si limita ai soli abitanti della frazione di Buonopane.