Eventi Ischia 2018. Frattini in mostra al Castello Aragonese.

Dal 28 aprile al 17 giugno 2018 in mostra al Castello Aragonese una mostra che primeggia tra gli eventi ischia 2018: "LA DIPENDENZA SENSIBILE ALLE CONDIZIONI INIZIALI" una mostra di Vincenzo Frattini in una delle location più suggestive dell'isola d'Ischia visitabile tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 18:30.
Con questi Eventi ischia, ed il castello Aragonese in particolare, si attestno ancora una volta collettore culturale capace di raccogliere alcuni degli spunti intellettuli più interessanti della nostra penisola e non solo. Grazie questa arte ischia riesce ad unire ed elevare tutte le sue bellezze rendendo una passeggiata o una vacanza intera veramente indimenticabile.

Ma andiamo a conoscere melgio la mostra e l'artista.Vincenzo Frattini nasce a Salerno nel 1978 e vive e lavora tra Torino e Campagna. Nel 2006 si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove frequenta il corso sperimentale “Quartapittura” coordinato dal maestro Ninì Sgambati. Già nel 2003 il Museo d’Arte Ambientale di Giffoni. Sei Casali acquisisce la sua scultura “Il Raccoglitore di Lune”, mentre nel 2007 è selezionato p er la finale nella Sezione Video del Premio Celeste.Sebbene la pittura rimanga il linguaggio a lui più congeniale, la ricerca di Frattini spazia dalla scultura al video fino alle incursioni nel campo della performance, come la recente “Identità”. svolta nell’ambito della rassegna Impronte Urbane nella Contrada di Valdimontone a Siena con l’installazione permanente di tre opere. Tra le sue ultime mostre ricordiamo la personale Opere in ritmo, a cura di Maria Letizia Paiato presso la Galleria Giovanni Bonelli di Pietrasanta (LU) e la collettiva LINGUAGGI COALESCENTI - Ithaka Won’t Fool Ya! a cura di Valeria D’Ambrosio da BBS-pro Prato.

Negli anni ‘60, alla ricerca di una formula che potesse prevedere i cambiamenti climatici, il meteorologo del MIT Edward Lorenz definì la teoria per cui un minimo spostamento di molecole d’aria in un dato luogo fosse in grado di provocare, a distanza di tempo e spazio, un evento di portata estremamente maggiore. Si tratta della cosiddetta “Dipendenza sensibile alle condizioni iniziali”, meglio nota come The Butterfl y Eff ect, evocata dallo stesso scienziato tramite la suggestiva immagine del battito d’ali di una farfalla in Brasile capace di provocare un tornado in Texas2. Tale concetto si basa su un attento studio dei sistemi complessi, ossia quei sistemi composti da un alto numero di elementi che interagiscono tra loro e che, per quanto deterministici e descrivibili da equazioni matematiche, presentano un comportamento caotico e apparentemente casuale. Ne risulta che minime perturbazioni rispetto alle condizioni iniziali, se non aumentano o diminuiscono l’insorgere di eventi, quanto meno tendono a modificare la sequenza in cui questi eventi accadono. Già nel 1948, il matematico Claude Shannon aveva pubblicato Una teoria matematica della comunicazione, saggio che sarebbe poi diventato un classico della letteratura scientifica consacrata alla teoria delle informazioni e nel quale,utilizzando il concetto di entropia come misura del disordine, propose un punto di vista nuovo e positivo sul caos, inteso come informazione massima, come fonte e presenza di tutto, piuttosto che come assenza di ordine. Invece che sinonimo di disordine, il caos dipende da una sequenza ben definita ma così piena di variabili da risultare imprevedibile: si tratta insomma di un ordine a tal punto complesso da non essere comprensibile dall’uomo! Il caos è ovunque, dai più intimi aspetti della natura alle dinamiche di crescita delle popolazioni, dai vortici di foglie creati dal vento, ai sistemi economici e alle creazioni di ogni genere. È dal caos primordiale che nella mitologia greca nasce Gea, la prima delle dee, la Terra; è dal Caos, “il grembo della natura”, ci ricorda John Milton in Paradise Lost, che Dio ha creato il mondo; ed è sempre da quello stesso caos originario che è il Big Bang che, la scienza sostiene, si sia generato l’universo. Tuttavia, la Teoria del caos, sviluppatasi principalmente in epoca postmoderna, nasceva piuttosto per cercare di giustificare l’apparente incongruenza dei sistemi scientifici di fronte all’imprevedibilità di alcuni risultati, conciliando così, a livello filosofico, la visione di una natura definita da leggi esatte con il libero arbitrio. Se una minima causa localizzata può avere effetti massicci a livello globale, allora ogni singola azione umana può potenzialmente condizionare l’intera umanità.

Si tratta pertanto di un disordine deterministico, ossimoro che definisce un tipo di caos non più casuale ma causale, e dunque in opposizione alla concezione del caos primordiale. Tale teoria si pensava potesse fornire un nuovo paradigma con cui descrivere il mondo, liberando scienziati e umanisti insieme da quel determinismo dettato dalla scansione del tempo, al di fuori della quale c’era da aspettarsi solo casualità incomprensibile. Si tratta del cosiddetto “Paradigm of Orderly Disorder” (Paradigma del disordine ordinato) teorizzato da Katherine Heyels nel 1990 e che traccia l’evoluzione del concetto di caos analizzando gli studi scientifici di Mitchell Feigenbaum o Benoît Mandelbrot, per i quali il caos implica appunto un universo aperto e imprevedibile dove i modelli scientifici non potranno mai esaurire le possibilità del reale. Tale paradigma, che aspira a ricercare un senso di ordine all’interno del disordine apparente, è diventato negli ultimi decenni materia di studi interdisciplinari legati alla meteorologia, la fi sica, la matematica, la teoria dell’informazione e l’ecologia. Ma Heyels si spinge anche oltre applicandolo alle posizioni filosofi che post-strutturaliste di Foucault e alle pratiche letterarie decostruttiviste di Derrida. “Se un testo è aperto a un’infinità di letture e il significato diventa indeterminato o scompare del tutto,” sostiene Heyels, “il caos regna supremo”. È dunque indubbio che la Teoria del caos possa servire come modello utile per ripensare a quelle turbolenze intellettuali che caratterizzano anche le arti più propriamente visive. Ed è in quest’ottica che la mostra La dipendenza sensibile alle condizioni iniziali ospitata al Castello Aragonese d’Ischia, vuole porsi nell’analisi dell’intera produzione artistica di Vincenzo Frattini, con l’intenzione di tracciare lo sviluppo tecnico ed estetico della sua pratica attraverso un approccio antologico ma in un percorso senza ordine cronologico.
Un (dis)ordine che, in realtà, assume un carattere fortemente finalizzato in quanto l’allestimento, che per la prima volta supera i confini tradizionali della Chiesa dell’Immacolata per espandersi verso luoghi meno canonici ma ugualmente suggestivi del Castello, è stato pensato per definire un ordine estetico nella percezione del visitatore. Le opere pittoriche, le sculture e i video si susseguono in un variegato gioco di sospensioni che restituiscono una visione globale ma diversificata della pratica dell’artista. Se lo spazio della chiesa sconsacrata si pone, infatti, come sintesi formale e concettuale perché espressione della produzione passata, presente e con uno sguardo rivolto verso il futuro, il Cimitero delle Clarisse, i cortili, gli scorci sul mare e persino le prese d’aria del Castello si presentano progressivamente come una naturale scenografi a in cui tentare di definire un paradigma artistico di quel disordine ordinato che è la vita.

Per ciò che concerne l'arte Ischia, dalle continue mostre del Castello Aragonese fino a quelle del Torrione di Forio o della Torre di Sant'Anna, sicuramente offre spunti, curiosità e tantissime occasioni di studio ed approfondimenti.
Arte e non solo negli Eventi Ischia 2018; tante manifestazioni ricche di storia, sapori, divertimento e benessere vi aspettano per l'estate 2018 ad Ischia. Restate sempre aggiornati su tutti gli appunatenti più importanti grazie al nostro sito web hotelischia.org ed alla nostra pagina facebook.