Piazza dei Bagni e la Fonte del Gurgitello

Casamicciola Terme offre, come gli altri comuni dell’ Isola di Ischia, stupendi borghi, soprese e tesori naturali tutti da scoprire; uno di questi è sicuramente la Fonte del Gurgitello in Piazza Bagni.

Il tessuto urbano del comune termale di casamicciola è ricco di vicoli, piazze e scale che si snodano in una dolce arrampicata sulle pareti del monte cretaio e dell’epomeo che portano alla zona collinare del comune. Dal centro, ossia dalla zona del porto, è possibile raggiungere la zona di Piazza Bagni sia seguendo Via Monte della Misericordia che costeggia l’omonimo Pio Monte, e che gli isolani usano chiamare la via della Lava (antico percorso che il fiume incandescente che sgorgava dalla bocca dei crateri ischitani prendeva naturalmente fino ad arrivare al mare) oppure seguendo le piccole due stradine o la scalinata alle spalle di piazza marina che salgono entrambe dal Piazzale Pino Daniele fino a Piazza Bagni.
Arrivati nella tranquilla piazza si è sicuramente attirati dalla imponente e preziosa mole dell’Hotel terme Manzi e delle Terme Belliazzi, antichi centri termali tonati all’antico splendore dopo alcuni anni di inattività e restauri. Il Hotel e Spa Manzi è uno degli albeghi di lusso delòl’isola ed include uno stupendo centro termale che, in linea con lo l’estetica dell’hotel, miscela diversi stili architettonici dando vita ad una struttura davvero unica. Le terme Belliazzi sono invece un innovativo ed attrezzatissimo centro benessere che offre tutte le tipologie di trattamento termale. Entrambe le strutture godono delle acque termali della Fonte del Gurgitello; Il bacino termale è situato ai piedi della piccola collina dell’Ombrasco, sul lato orientale di Piazza ed occupa un’area di 12.000 mq. Un’antica leggenda racconta la nascita della fonte dalle lacrime degli dei a conseguenza di un complicato intreccio di eventi. Interessante leggere quanto segue, e cioè il racconto della laggneda tratto dal poema “Inarime seu de balneis Pithecusarum di Camillo Eucherio de Quintiis del 1726, tradotto dal Dott. Raffaele Castagna:

Si celebravano i riti propiziatori in onore di Minerva nella città a lei consacrata (Napoli) alla maniera di quanto avveniva un tempo nella Grecia.Da ogni parte accorrono Ninfe e Sirene e fra tutte brilla per bellezza Parthenope con i capelli annodati nell'oro, accompagnata da schiere di amiche che le fanno corona. Sono annunciate in arrivo: Egle (Pizzofalcone), Ermis (Monte S. Erasmo), Conicle (La Conocchia), Antiniana (Antignano), Platamone (Chiatamone), Labulla (corso d'acqua), Olimpia (Chiaja), Euplea (La Gajola), Megara (Castel dell'Ovo), Nisida, Inarime e Mergellina (tutte queste sono collegate con altrettante località indicate in parentesi). C'è anche Procida, la più bella delle Driadi, prediletta da Diana che l'ha istruita a trattare l'arco e le frecce nelle selve. Meglio avrebbe fatto a restarsene qui! Maledirà invece l'insana decisione di venire al lido in onore di Pallade. Indossa una clamide adorna d'arabeschi e ben lavorata; una fascia di gemme le cinge il virgineo fianco; sulle spalle tintinna la faretra; il vento le scompiglia le instabili chiome. Simile quasi a Diana nell'aspetto e nel portamento! Un fato ineluttabile incombe però su di lei e le Parche sono pronte a spezzare il filo della sua vita!
Da Capri giunge Teleboo, un satiro esperto nell'arte della medicina e nell'uso delle erbe che leniscono le ferite e gli affanni. Appena scorge Procida, egli se ne invaghisce perdutamente. Profonda ferita gli preme nel petto e nella mente si agitano pensieri e brame di conquistare, anche con l'inganno, la dolce fanciulla.

Sul far della sera, terminata la festa, le Ninfe si apprestano a far ritorno ai propri Lari. Teleboo si avvicina a Procida per acquietare il suo furore ed osa sfiorarla con la mano. Lei tremolante e stupita vuole sfuggire a tanto affronto e cerca una via di scampo; vede Inarime che si avvia verso la patria dimora e la prega di aiutarla e di condurla con sé. Insieme e prestamente così raggiungono il lido d'Ischia. Le insegue sempre Teleboo, che rapido le raggiunge. Procida volge le sue preci a Diana, con le lacrime deturpando il suo bel viso: "O dea, se a te sempre ho sacrificato un cervo, siimi propizia e soccorrimi in sì grave momento! Fa che il mio persecutore esanime cada al suolo e precipiti nel Tartaro". La dea non può soddisfare del tutto questi voti. Si oppone ai tentativi iniqui e sacrileghi di Teleboo, ma non riesce a sottrarre la fanciulla al suo sinistro destino. Procida, mentre si difende dal nemico, pudibonda, sente un brivido scorrere per il corpo, la voce le si spezza in gola, le guance diventano di gelo, un pallore l'assale tutta. Diventa pietra colei che fu Ninfa. La parte eccelsa, che i capelli coprivano, d'alberi si imboschisce, le chiome si trasformano in foglie, dalla faretra, ove erano le frecce, germoglia un bosco che vien popolato di fagiani da Diana.

Nessuna forza può confortare peraltro Teleboo che furente si lancia sugli scogli di Procida, imprecando contro i numi e contro se stesso, perché vive ancora e non giace disteso tra le ombre infernali. Apollo, mosso a pietà, per rimuovere le cause delle lagrime, scuote le cime, i monti e sconvolge tutto il territorio: Procida si distacca da Ischia e procede in mezzo al mare (il Quinzi tiene presente la teoria che l'isola di Procida era prima unita ad Ischia): il timore suo l'incalza ancora, pur mentre si allontana e cauta irride anche così l'amante deluso.

Su Teleboo cade la vendetta di Diana, per avere egli tentato di violare la vergine. Impotente di fronte al destino, il giovane sente irrigidirsi le membra ed il sangue fermarsi; trasformato in pietra resta come una figura esanime lá presso le rive d'Inarime. Piange peraltro, pur se privo di vita, deplorando i fallaci amori per la Ninfa e ardendo sempre di quelle insistenti faville da cui fu eccitato, ardor spirano le stille che escono dagli occhi, come da un Piccolo Gorgo, donde il nome della sorgente, che ha virtù sanatrici, in quanto Febo le conferisce quei doni salutari corrispondenti alle erbe che Teleboo usava miracolosamente contro i malanni.

La zona di Piazza bagni è ricca di tante strutture ricettive che offrono centri benessere e piccoli centri termali interni come Hotel Fiola ed l’Hotel Terme Elisabetta che distano poche decine di metri dal centro di piazza bagni e possono concedere una vacanza all’insegna del relax a tutti quei viaggiatori che scelgono Ischia non solo per la sua bellezza ma anche e soprattutto per rigenerare corpo e mente.